Paolo Cirio

Certificati di registrazione – Loophole4all project
Courtesy of Paolo Cirio



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PAOLO CIRIO (Italia, 1979)

Loophole for All, 2013
Installazione multimediale
Courtesy l’artista

Furti d’identità in territori reali e virtuali si sovrappongono e si confondono nelle opere di Paolo Cirio, che sempre uniscono azione artistica, hacking digitale e azionismo politico. Loophole for All (Scappatoia per tutti) denuncia quei meccanismi che permettono a grandi aziende internazionali di creare una propria sede in paradisi fiscali in cui accertamenti fiscali risultano difficili. In nome della globalizzazione dei mercati, queste aziende escono dalle regole dei propri paesi di origine acquistando una sorta di a-territorialità. Cirio svela questi meccanismi proponendo un provocatorio atto di disubbidienza civile: rendere l’evasione fiscale sulle isole Cayman accessibile a chiunque.
L’artista ha sviluppato un sistema che si avvale della dislocazione territoriale. Il progetto ha preso inizio con la creazione di una società a responsabilità limitata con sede a Londra, la Paolo Cirio Ltd. A partire da questa Cirio ha creato un sito internet (Loophole4All.com) in cui poter rintracciare, come in un comune motore di ricerca, le oltre 200 mila società registrate fiscalmente presso le Isole Cayman, il cui elenco è stato sottratto dall’artista dal sito della locale Camera di Commercio.
Un utente di Loophole4All.com può selezionare un’azienda e ottenere, per soli 99 centesimi, un certificato che lo autorizza a fatturare a nome di quest’azienda. Al costo di 50 dollari egli può inoltre creare una propria casella postale presso le Cayman su cui ricevere fatture che, tramite il passaggio intermedio in un’altra casella a New York, sono rispedite al proprio reale indirizzo in modo anonimo. Giocando su questo tipo di “scorciatoie” fiscali non totalmente legali ma non perseguibili in nome del diritto al segreto bancario e grazie alla complessa struttura aziendale della Paolo Cirio LTD, l’artista, usando le sue stesse parole, persegue lo scopo di “democratizzare i privilegi dei mercati offshore”, permettendo a chiunque di assumere l’identità di un hedge fund o di una celebre multinazionale.
Sul suo sito Cirio mette in vendita certificati che riportano la sua firma in quanto proprietario dell’azienda concessionaria delle licenze. Questi documenti diventano il risultato fisico e concreto del suo lavoro, opere che permettono una ironica critica di nozioni come l’autorialità e la riproducibilità dell’opera d’arte, ma anche il sistema di attribuzione del suo valore commerciale. Inoltre la chiusura forzata dell’account di Cirio da parte del sito di pagamento online PayPal ha amplificato questo tipo di riflessioni portando l’artista a concedere gratuitamente i documenti di licenza che un utente può selezionare sul sito Loophole4All.com e che sono in distribuzione in mostra.
Il lavoro di Cirio, che sempre definisce il suo intervento come azione artistica, rende visibile un diffuso e complesso sistema di interconnessioni fiscali in cui i confini tra legalità e illegalità si confondono. Lo stato nazionale non è più centrale con la sua circoscrizione geopolitica. Sono i flussi di dati e informazioni ad acquistare una supremazia economica transnazionale.

 

Paolo Cirio (1979, Italia; vive e lavora a Londra) lavora come artista multimediale in vari campi: net-art, arte pubblica, videoarte, software-art e narrativa sperimentale. Cirio ha fatto parte del collettivo italiano di net-art (epidemiC) e ha collaborato con altre figure centrali della net-art come Bruce Sterling, Stewart Home e RTMark. Ha vinto prestigiosi premi per l’arte multimediale, le sue opere sovversive sono state sostenute da borse di ricerca e residenze, e ha esposto in musei internazionali e in istituzioni di tutto il mondo. Tiene lezioni e conduce seminari sulle tattiche di intervento sui media. Ha esposto in una personale presso Aksioma | Project Space Ljubljana nel 2011 (REALITYFLOWHACKED) e alla Kasa Gallery, Istanbul nel 2013. Tra le mostre recenti citiamo anche: (2010) “IDEAS 10: Art and Digital Narrative”, Emily Carr University, Vancouver; “Rien de politique”, Komplot gallery, Brussels; “EuropeanDays”, Co-production forum, Torino; “Summercamp Electrified, TimeLab”, Gent; “Hacking Public Space, Flashback section”, S.M.A.K. e Vooruit, Gent; (2011) UAMO festival, Ultra Social, Monaco; Share festival, Torino; Ars Electronica Festival, “Origin”, Linz; “Networked”, Espacio Fundación Telefónica, Lima; “Response: Ability”, Transmediale.11, Berlino; (2012) ArtFutura 2012, Museu de Arte Moderna, Rio de Janeiro; “TEA – Collective Wisdom” al Museo Nazionale di Belle Arti di Taichung, Taiwan; 7th Seoul International Media Art Biennale, Seul; (2013) “The Big Picture”, Museum of Contemporary Art di Denver, Colorado; Symposium Technologies Social Innovation, Centro de Arte Contemporáneo, Malaga; “Cultural Hijack: Rethinking Intervention”, Architectural Association, London; “Not Exactly”, RedLine gallery, Denver; “Run Computer, Run”, Rua Red Gallery, Dublin; “Public Private”, Kellen Gallery of The New School, New York.



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